FERMARSI / appunti sulla vita mite di un samaritano

1. La protesta bottegaia (dal Resto del Carlino, 30 aprile - 1 maggio 1996)

Decine di negozianti, residenti, nel tratto di via Castiglione dall'incrocio con via Cartolerie fino alla porta, da mesi vivono col terrore di essere aggrediti, o almeno pesantemente disturbati, da un folto gruppo di clochard ubriachi, accompagnati spesso anche da zingari, che non si limitano a chiedere elemosine, ma fanno anche irruzione nei locali, malmenando, insultando tutti quelli che non soddisfano le loro richieste...

La zona adesso è diventata calda per una serie di insediamenti nei quali i barboni trovano alloggio e pure aiuto: dai voltoni della piazzetta del Baraccano alla chiesa dei giardini Margherita, a quella infine di San Giuseppe e Ignazio di via Castiglione, nella quale fa sentire pesantemente la sua presenza don Paolo Serrazanetti, docente di letteratura cristiana antica della facoltà di lettere e obiettivo delle accuse di chi gli attribuisce la responsabilità di favorire, col suo comportamento generoso, il dilagare del fenomeno...

A guidare la protesta è la signora Maria Laura Monzon, titolare della Piccola Bottega, ma dietro lei ci sono altri, proprietari di esercizi, residenti. Nei mesi scorsi han scritto al cardinale Biffi, chiedendo un suo intervento, e alle forze dell'ordine, ché vìgilino con maggiore attenzione sulla zona...

'E' successo sabato scorso: sono entrati / Dentro la mia bottega, erano in sei / Stavolta c'erano anche degli zingari. / Hanno buttato in terra tutto: stoffe, soprammobili / Puntavano alla cassa, li ho respinti / Poi ho chiamato il 113, è arrivata / Una pattuglia che li ha identificati però io / Non sono stata in grado di capire / Di stabilire se nella confusione / Avessero rubato qualche cosa. / Ma questo è solo un esempio / Di tante situazioni imbarazzanti / E di paura, sì: paura, una paura / Che coinvolge la maggior parte di noi / Dei negozianti / Che hanno i negozi sotto i portici, c'è stata / Anche qualche aggressione / Insomma il clima / Che si respira in questa strada è di terrore!'

I negozianti hanno faticato a lungo per realizzare esercizi accoglienti, al passo con le richieste dei clienti, ma ora si trovano quotidianamente in lotta, con i barboni che infastidiscono la gente, e che ammorbano con i loro escrementi i portici di via Castiglione, le vetrine...

A parte il Baraccano e le due chiese citate, che attirano i senzatetto e anche gli zingari, in via Rialto ci sono degli uffici della Caritas e ciò contribuisce a far convergere verso via Castiglione anche diseredati forestieri, provenienti da altri quartieri...

Le vittime di questo urbano paradosso non hanno dubbi: tutto nasce dalla generosità di don Paolo Serra Zanetti. Molti sono convinti che se il prete chiudesse il suo cordone della borsa ed elargisse solo benedizioni il problema si risolverebbe da solo, e i clochard cambierebbero zona, alla ricerca di un nuovo benefattore...

La situazione si fa più pesante di sera e di domenica, sia perché col calar delle tenebre, i portici poco illuminati favoriscono le azioni di disturbo dei barboni, sia perché, nei giorni di festa, la corsa verso la chiesa vicina si fa per forza di cose più pressante...

'Non è certo regalando del denaro / Che si risolvono i problemi di 'sta gente. / Anche perché il più delle volte / Quelle poche migliaia di lire / Finiscono tutte in vino, in birra: in alcool / E l'unico riflesso poi tangibile / Della generosità di don Paolo / Sono i disagi che stiamo subendo / Ma che adesso / Non intendiamo ulteriormente tollerare!'

I negozianti sono tutti compatti, per affrontare sul campo barboni e zingari che hanno preso di mira via Castiglione. E non si fermano all'esposto, presentato con tanto di firme, fatto arrivare alle forze dell'ordine, né alla lettera già inviata al Cardinale, per protestare contro le scelte etiche di don Paolo Serrazanetti, no, adesso la protesta viene fuori, corre di bocca i bocca finché i portici di via Castiglione si animano, quando la gente capisce che si può gridare pubblicamente la rabbia, il disappunto, per un fenomeno che mai fino ad ora aveva toccato questa zona tranquilla...

'Tre mesi fa mio zio era solo in negozio. / E' entrato uno, ubriaco / T'ammazzo t'ammazzo gli ha gridato / Lo ha aggredito, lo ha chiuso a chiave in una stanza / Poi è scappato con l'incasso. / In strada, fuori, nessuno se n'è accorto / E quando è stato dato l'allarme / Dell'aggressore non c'erano tracce...'

'No, io per fortuna violenze non ne ho avute / Però certo i riflessi negativi / Della presenza di questa 'strana umanità' sì, li ho sentiti / Sì, li sento anch'io. / Stan lì seduti comodamente sui gradini / Dei negozi, sdraiati, ubriachi / Dentro i portoni socchiusi dei palazzi / Questi barboni sì, scoraggiano la clientela / Che tira dritto, non si ferma più / Davanti alle vetrine / Che son l'immagine della nostra attività. / No, no, si deve intervenire con fermezza.'

'Non esistono strutture preposte, va bene? / All'accoglienza, all'inserimento di 'sta gente / Un pasto caldo e un pugno di monete / Non possono mica risolvere il problema / Dell'integrazione di queste persone / Dentro la società. Più che elemosina, così / Fine a se stessa / Sarebbe meglio offrire del lavoro / Così poi da distinguere / Chi è alla ricerca di una soluzione, anche minima / Da chi invece ha deciso di vivere / Una vita di espedienti / Di abbandonarsi all'alcolismo più sfrenato...'

Abbiamo chiesto al coordinatore del Centro d'Accoglienza di via Rialto che cosa pensa di queste proteste. Ascoltiamolo:

' Provo stupore, indignazione / Come coordinatore del centro d'accoglienza / Per essere stato tirato in ballo dalle proteste / Riguardo a cose con cui il nostro centro / Non ha assolutamente alcun legame / Il centro poi sta all'inizio della strada / Quindi tra l'altro anche piuttosto lontano / Dalla zona dove si sono svolte le violenze / E poi si tratta di un luogo di ascolto / Non di accoglienza / Gli immigrati, e non barboni o sbandati / Vengono a esporre i loro problemi / E noi li indirizziamo / Verso strutture / Che possono aiutarli / Ma non si fermano qui a lungo / E comunque la cosa più importante / E' che queste persone / Non hanno mai causato alcun problema / Lo possono testimoniare gli abitanti / Nessuno ha mai chiamato la polizia / Nessuno si è lamentato per il disturbo / La cosa che più ci dispiace / E' di essere stati coinvolti, pur indirettamente / In episodi di disturbo alla città / Noi svolgiamo un'azione di servizio alla città: / Con le nostre strutture / Aiutiamo le persone a inserirsi / O a reinserirsi nella vita sociale / Insomma non favoriamo l'accattonaggio / Noi / E non facciamo dell'assistenzialismo / Ma della vera, concreta assistenza / A vantaggio dei più sfortunati / E quindi di tutti...'

Ed ecco che cosa ci ha detto l'Assessore alle Politiche Sociali:

Assessore ma è possibile che un'intera strada sia lasciata a fronteggiare da sola le intemperanze, i soprusi di un gruppo di clochard? Prima di tutto distinguerei gli eventuali episodi di tipo malavitoso / Che ricadono sotto competenze precise e hanno un loro percorso / Da quelli che sono invece gli aspetti sociali. Va bene, distinguiamo, sugli aspetti sociali che cosa ha da dire l'assessore? / Che della parrocchia in questione penso solo bene / Queste agenzie pubbliche sociali / Fanno solo quello che è utile alla città. Utile in che senso? Grazie alla loro attività / Cioè provvedendo ai senza tetto e ai loro bisogni / Rendono la città più libera / Senza questo tipo di intervento / I barboni sarebbero tutti per strada / Lei lo sa quanti sono? No, quanti sono? A Bologna sono più di settecento / Pensi se fossero tutti in giro! / Invece la percezione comune / E' che non siano più di quaranta cinquanta / Queste agenzie / Fanno una grande compensazione / Danno a queste persone / Un posto dove dormire, lavarsi, mangiare / Creando però punti di forte concentrazione di clochard! / Guardi che anche senza interventi del genere / I barboni li avremmo lo stesso / Soltanto sarebbero ancora più abbandonati / No, no, più situazioni come queste ci sono / Meno situazioni di disagio si verificano / E questo, ripeto, nell'interesse di tutti. / Assessore, mi perdoni ma quello che accade in via Castiglione non conferma questo quadro di 'contenimento' del problema che lei sta tracciando? / Io fino a oggi su Via Castiglione / Non ho avuto nessuna segnalazione / Non dico che non ce ne siano state, stiamo verificando / Con i vigili urbani / Comunque è vero: un'azione efficace di sostegno ai barboni / Può produrre degli addensamenti / In certe zone particolari della città / E che cosa può fare l'assessorato alle politiche sociali per risolvere il problema? / Sto andando in via Castiglione / Voglio farmi un'idea / Parlerò coi barboni, i commercianti / Telefonerò a Serrazanetti / Alla Caritas / Parlandone insieme / Si trovano delle metodologie / Per esempio? / Beh se c'è troppo addensamento / Forse basterebbe / Scaglionare gli orari di ricevimento!

2. Il samaritano (Da un'intervista di Ivan Illich alla Radio Canadese, 1996)

'Una trentina di anni fa cominciai a studiare i sermoni, dal terzo secolo fino al diciannovesimo, che trattavano dell'episodio del Buon Samaritano. E scoprii che la maggior parte dei predicatori, quando commentano quel passaggio, lo commentano per mostrare come dobbiamo comportarci verso il nostro prossimo. Ma in effetti questo è l'opposto di quello che Gesù, che raccontò la storia del Samaritano, voleva sottolineare. I farisei vengono a chiedergli: maestro, dicci: chi è il mio prossimo? Non gli hanno chiesto come comportarsi con il prossimo, gli hanno fatto, a bruciapelo, la domanda: chi è la persona che tu chiami 'prossimo'? E lui raccontò loro una storia: un uomo stava andando giù a Gerico, incappò nei briganti, fu picchiato e lasciato lì ferito. Un insegnante passa e va oltre, un prete passa e va oltre, lo vede e continua a camminare, e poi arriva questo straniero, questo estraneo, il nemico tradizionale, e si gira verso di lui, è un girarsi interiore, e lo tira su, lo prende in braccio, e lo porta al sicuro, così Gesù risponde: il mio prossimo è la persona che io decido sia il mio prossimo, non quella che sono obbligato a scegliere, non c'è nessuna possibilità di categorizzare, chi deve essere il mio prossimo.
Questa dottrina su chi è il mio prossimo, che questo signore, Gesù, porta nella conversazione, è completamente distruttiva rispetto all'ordinaria decenza, al comportamento etico comune, e ancora oggi è sorprendente come lo era allora. Il maestro disse loro: chi è il tuo prossimo non è qualcosa di determinato dalla tua nascita, dalla tua condizione, dalla lingua che parli, dal popolo di cui fai parte, dall'ethnos, che vuol dire il modo di vivere che ti è diventato proprio, ma dipende da te, tu puoi riconoscere l'altro uomo anche se è fuori dai tuoi confini culturali, è straniero linguisticamente, quello che, per provvidenza o per puro caso, vedi tu, sta lì sdraiato sull'erba lungo la via che stai percorrendo, e puoi creare la forma suprema di relazione, che non è data, una volta per tutte, dalla creazione, ma creata da te.'

'C'è un modo diverso di conoscere, rispetto a quello che è basato sulla mia esperienza centrale e sulle risorse della mia intelligenza: è quello di prendere per certa la parola di qualcun'altro, di cui io mi fido. E' un far sì che la conoscenza basata sulla fiducia sia per me più fondamentale di tutto quel che posso conoscere con la ragione. Ma certo questa è una possibilità quando io credo nell'esistenza della parola di Dio che mi raggiunge, e credo che il tu di cui mi fido è Dio, non tu. Ma questo contagia la mia relazione con te, e mi fa ambire a guardare in faccia le persone con la volontà di prenderle per quel che rivelano di se stesse, non per quello che io so di loro. E questo è difficile da discutere dopo cento anni di Interpretazione dei Sogni...L'assunzione psicoanalitica che io posso aiutarti a scoprire qualcosa di te, comprendendoti in modo più perfetto di quanto tu stesso possa fare, inevitabilmente colora, in forme affascinanti, di alto livello, o in forme molto degradate, trivializzate, la maggior parte delle nostre relazioni ormai. Una delle novità che viene da Lui, che disse vengo per fare nuova ogni cosa, è esattamente quella di trattare l'altro con la volontà di accettarlo per quello che mi dice di sé, perché solo in questo modo posso essere sorpreso da lui, togliendo via la prevedibilità dal viso dell'altro.'

3. Sermoni interrotti (dagli Appunti di Omelie di don Paolo Serra Zanetti)

3.1 Misericordia

Misericordia, misèreor cordis: ho pietà / Di cuore, il mio cuore ha pietà / La tua miseria mi tocca fin nel cuore / Il cuore è il centro, il punto / Delle mie scelte decisive / Forse alla nostra sensibilità linguistica non garba / Dire queste parole: pietà, misericordia...
La misericordia è imparare un certo tipo di attenzione / Delicatissima / Misericordia è essere sempre più attenti / Alla fatica dell'altro / Al bisogno dell'altro / All'incapacità dell'altro / Paolo dice che non importano né i riti né le usanze / Non conta la circoncisione né la non circoncisione / L'importante è essere una creatura nuova / Non ci si può cullare più / In abitudini acquisite / Bisogna decidere / Bisogna prendere posizione...
La misericordia è una fedeltà viscerale / Che prende fino in fondo / Si manifesta / Dentro le cose piccole / Nell'essere attenti a chi conta di meno / Alle vicende più faticose / Sono dei piccoli gesti di mitezza / Di pazienza, di fedeltà / Ci sono quelle certe persone, quella certa fatica / Si impara a non condannare / A non giudicare / Vale la pena di fare così / Perché uno comincia a essere preso / Dalla novità del regno, è importante / Segnalare qualche cosa di diverso dal dare-avere...
L'Agnello immolato si dice qui / Ci insegna a essere misericordiosi / Si va verso la donazione di sé, nella pace, senza angustia...
Chiediamo di poterci aiutare concretamente / Fraternamente / A capire di più / A cogliere più da vicino, più profondamente / Cosa vuol dire / Essere servo di tutti / L'ultimo di tutti in modo vero, semplice / Senza vanteria, senza gonfiature...
Io voglio che questa parola mi prenda / Questa parola è un dono che trasforma / Una sapienza pacifica, mite / Questa parola per me ha un sapore libero, liberante / Noi non dobbiamo sentirci gravati / Da pesi che ci immobilizzano, no / Cominciamo / Ripartiamo / E' importante che mi decida / E torni a decidermi / E' tutta qui la nostra esistenza / Prendiamo un po' di coraggio anche oggi...
E' possibile / Trovare un allegria segreta / Ma reale / Un popolo di poveri ritrova una fiducia immensa / Una forza creativa, costruttiva, semplice, efficace / Il vangelo di Luca ci parla di un'attenzione ai poveri / Attenzione / Alle difficoltà del prossimo / Bisogna fare qualcosa che abbia un senso in questa direzione / Sennò la gioia non viene...
Che Dio ci aiuti ad essere realisti / A non avere un atteggiamento sfuggente / Che Dio ci aiuti a far qualcosa di vicino / Di prossimo, di immediato, di concreto / Che Dio ci aiuti a fare un po' meglio / A recuperare qualcosa / Di una gioia promessa, vera / Anche nei giorni difficili / Anche quando c'è nebbia / E' ridicolo / E' vero / Ridicolo / Sì / Le cose di Dio lì per lì sembrano ridicole / Eppure / Singole persone sono continuamente risollevate / E con quanta delicatezza / Questo ci dà un coraggio ritrovato / Una gioia semplice, povera / Ma infrangibile / Alziamoci, alziamo la testa!

3.2 Povertà

La Chiesa / Ha qualcosa da fare: versare olio e balsamo / la Chiesa deve essere povera / Non può contare su dei mezzi propri / Vabbè vabbè! / Basta la grazia di Dio!
La Chiesa deve annunciare con coraggio, un coraggio / Sproporzionato alla sua consistenza numerica / Sì ma le strutture! / Servono per le persone / Le strutture! / Non devono essere una macchina, che chiude, che imbriglia, che pesa / Il proposito dei singoli non basta / Però è importante che ci siano dei segnali / Di una vita diversa / Ci son dei fatti strutturali da cambiare! / Ma c'è qualcosa che posso fare subito: se il mio stile di vita / E' segnato dallo spirito del Vangelo / Allora io / Metto le doti al servizio dell'altro / Le doti / Le doti, sì: il mio tempo, la salute, il denaro / Sono doti perché qualcuno ne possa avere / Non ci si vanta delle proprie doti, no? Si usano / La nostra vita ha senso se è donata / Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo / Se invece muore produce molto frutto / Consumandosi / Si fa quello che ha senso

La superiorità / Dentro i rapporti umani / Pesa / E' un rischio minaccioso / A volte l'oppresso sembra proprio l'oppresso e basta / Dobbiamo imparare, chiedere di capire / In che modo / Metterci più veracemente vicino al povero / Maestro buono che cos'è che devo fare / Per ottenere anch'io la vita eterna? / Vendi quello che hai, dai tutto ai poveri / Poi seguimi, è un invito stringente /A tutti quelli che seguono Gesù / A fare scelte in questa direzione, è importante / Che nella chiesa ci sia chi lascia tutto, è un impegno / Che prende tutta la chiesa / Senza farci illusioni / Che con le nostre ricchezze / Possiamo stare tranquilli, non possiamo / Io non posso sentirmi tranquillo / Davanti alla parola di Dio / Che mi sblocca, mi smuove / Da certe mie tendenze / A farmi i fatti miei / E' importante / Fare qualcosa che abbia il sapore della guarigione / E' importante / Che nella nostra vita qualche cosa / Abbia il gusto creativo dell'amore

Voi non potete servire a Dio e a Mammona / Mammona è un idolo, mammona / E' la ricchezza / Qualche cosa che affascina talmente / Da avere anche Mammona un suo culto / Che coinvolge la persona, la prende / Alla radice / Mammona è qualche cosa di consistente / Qualcosa in cui uno può mettere / La propria fiducia / Si rischia di diventare degli schiavi / Dei servi del proprio stesso potere / Mammona è definito qui ricchezza ingiusta / Anche se io non faccio nulla per frodare / E' facile commettere ingiustizie / Se ho una casa grande / E altri non sanno dove andare a dormire / Per cercare la verità di Dio non ci vuole pigrizia / L'amore è la suprema verità / Che ci sia dato di avere un po' di coraggio / Che ci sia tolta l'ansia / Di accumulare del denaro, delle cose / Che ci sia dato il gusto di condividere / Chiediamo di credere più seriamente a questo amore / Per far intravedere qualche cosa / Di questo amore che ci ha toccato / Ci ha preso / Speriamo di avere un cuore umile / Ripartiamo / Con un animo da poveri / Una speranza di libertà / Un po' di gioia / Il vangelo è umiltà che vince

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